DNews
25/02/2009
“Panic mode One”, leggi modalità panico accesa. Si è innescata nei vari social network ieri, a partire dalle 10.30, quando il sistema di posta “Gmail”ha interrottoi suoi servizi per circa due ore e mezzo. Per chi ha come unico (o principale) indirizzo diposta l’account di Google, ha significatouna sola cosa: l’incapacità di gestire contatti, spesso di lavoro. Il tutto proprio nel momento in cui la Grande G punta tutto sul cloud computing, sul software come servizio di cui Gmail è fulgido esempio. Quel tipo di applicazioni che arrivano al nostro pc tramite abbonamento, come l’acqua e l’elettricità. Ma chi offre il servizio deve eliminare rischi “black out” come quello di ieri. Ad ogni modo, il problema ha riguardato solo il sito web: chi aveva altre forme di accesso alla posta, come i cellulari, si è salvata. Gli utenti interessati sono stati decine di milioni in tutto il
mondo. E altrettanti sono quelli che hanno dato sfogo al proprio disagi sul web. Intere pagine di Friend Feed (social network di nuova generazione) e Twitter dedicate al tema. Theworx, sul suo blog, pubblica una vignetta con un uomo sul cornicione di un palazzo che tenta il suicidio “It’s all over, Gmail is down too” (È tutto finito, anche Gmail è down). C’è chi dà informazioni di servizio “Breakin gNews: Gmail non funziona in tutto il mondo da questa mattina” (Enrico), chi non comprende “l’isteria collettiva”
delle reazioni (Luca C), chi invoca divinità e chi le maledice. Alle 12.58, si pronuncia il blog di Google: «Diversi utenti ci hanno segnalato di avere difficoltà, siamo già al lavoro per risolvere il problema». Seguono altri due aggiornamenti, uno alle 14.31 per il ripristino della maggior parte degli account, e l’altro alle 17: tutto funziona come prima. «Grazie per la comprensione» recita il post. Mentre la rete impazzisce (per Google).